I 20 minuti che avevamo visto in prima assoluta al Lucca Comics 2016 ci aveva fatto ben sperare, adesso che lo abbiamo visto per intero ne siamo rimasti molto piacevolmente colpiti in ogni aspetto, narrativo e stilistico. Il punto di partenza è, come già scritto, il talent show musicale, per il regista Gareth Jennings è l'occasione perfetta per raccontare una storia di riscatto personale e non semplicemente un emulazione animata del noto format televisivo che impazza in tutto il mondo. Il contest canoro indetto dal simpatico e orgoglioso koala Buster è l'estremo tentativo di rimettere in piedi la propria attività di produttore teatrale che in passato ha riscosso tanti successi, grazie al sacrificio lavorativo di suo padre che gli ha permesso d'inseguire i propri sogni. In questo film c'è tutto quello che serve per divertire, far ridere, far cantare e anche in alcuni punti commuovere. E' un film fatto con il cuore e si sente e con le idee chiare, oltre ad un pizzico di follia che non guasta mai: attraverso la musica, di vario genere (pop, rock, jazz) facciamo conoscenza di personaggi che si mettono alla prova, ognuno intenzionato a vincere il montepremi per inseguire le proprie aspirazioni o per aiutare la propria famiglia. Anche quando lo show però non va secondo i piani stabiliti, sia da parte dei concorrenti partecipanti, sia da parte dell'organizzatore Buster, c'è chi ha ancora la forza di andare avanti, anche tra le macerie e la sconfitta e proprio da lì trovare le forze per ricreare un evento d'attrazione d'inaspettato e straordinario successo.
In poco meno di due ore, molto dense di gag e momenti divertenti, facciamo conoscenza in modo completo di tutti i personaggi, di quale storia si portano sulle spalle e quale vorrebbero fosse il loro futuro: in modo leggero ma preciso, il film di Gareth Jennings lascia dentro alla testa e il cuore dello spettatore un particolare entusiasmo che serve ad affrontare la vita di tutti i giorni, con un ottimismo reale che molte volte fa la differenza nella vita delle stesse persone. La musica, tra hit del passato e del presente, è il mezzo per attirare pubblico a cui raccontare una storia comune, di vita quotidiana, una storia di riscatto dell'uomo medio che a Hollywood, e non solo, piace sempre vedere e vivere. Tutto, dall'inizio alla fine scorre alla perfezione, con un'animazione molto curata sia nei particolari che nelle immagini in movimento o nei cambi lunghi della metropoli, per non parlare dell'umanizzazione e craterizzazione dei personaggi, a partire dal maiale Gunter che entrerà subito nella mente di chi vedrà il film, ma non sarà l'unico. C'è tanta creatività artistica e d'ispirazione visiva in Sing e la musica è semplicemente lo strumento che fa esplodere di gioia e euforia questo nuovo pellicola d'animazione della Illumination Entertainment che sembra essere dotato di maggiore originalità e senso del "rischio" produttivo, rispetto ai film precedenti. Anche se il film è dotato di tanto cuore, la sceneggiatura e le battute dei personaggi non solo banali o lasciate al caso, ma sono frutto di una scrittura meditata e calibrata che non fa ricorso ad urla o botti per colpire lo spettatore, ma in modo più intelligente e sopraffino sa far progredire le storie dei personaggi e del talent show in modo progressivo e ritmato, fino a giungere al climax finale.
Se alla fine del film di Sing vi verrà voglia di ballare non stupitevi sarà una reazione "normale" per una pellicola d'animazione che contagia d'ottimismo e buon umore, sequenza dopo sequenza.