Mary Stuart la conosciamo quando, appena diciottenne e fresca vedova del sovrano di Francia Francesco II, torna sull'isola britannica per rivendicare il trono che le spetterebbe come erede diretta degli Stuart. Il problema è che il Paese è diviso e la Scozia, patria di Mary, è tutt'altro dall'Inghilterra che una regina già ce l’ha e si chiama Elisabetta I. Non solo, durante il periodo trascorso in Francia il regno è diventato protestante e Mary cattolica avrà non poche difficoltà a farsi accettare.
In un clima di complotti, vendette e sospetti Mary cerca di imporsi con grazia e determinazione e soprattutto di proporsi come alternativa alla potente regina Elisabetta I: lei giovane, bella e determinata a mettere al mondo un erede maschio che possa ambire legittimamente al trono, l’altra decisamente meno bella e decisa a sacrificare la propria femminilità per regnare come, se non meglio, di un uomo. Un confronto che, come la storia ci ha insegnato, vedrà Elisabetta vincitrice e Mary capitolare.
Josie Rourke, regista di Maria regina di Scozia, arriva dal teatro classico e la messa in scena che sceglie per il suo esordio al cinema deve molto alla sua preferenza artistica: l’attenzione per la recitazione, l’ambientazione negli spazi chiusi e una cura meticolosa alla scenografia sono di chiara inclinazione teatrale. Poi, la forza del cinema le arriva in soccorso quando la cinepresa viene fatta volare sulle lande scozzesi o impegnata nelle battaglie cruente. Il risultato è un buon film di genere capace di sposare la divulgazione storica alla spettacolarità della stessa. Tanto da ricordarti quanto Trono di Spade non sia altro che un ottimo surrogato della Storia.
Maria regina di Scozia è anche un bell'esempio di cinema al femminile dove due personalità così diverse trovano modo di raccontarsi e di raccontare un’epoca. Il rapporto tra Maria e Elisabetta –esaltato drammaturgicamente in questo caso – diventa la metafora perfetta della donna stessa, che nelle due protagoniste racchiude tutte le qualità e i difetti del genere. E per reggere una parte simile era necessario trovare le interpreti giuste: Saoirse Ronan, dopo la bella prova in Ladybird, si conferma un’ottima attrice capace di dare le sfumature necessarie a un personaggio complesso. E Margot Robbie che sacrifica la bellezza per portare in scena una Elisabetta I, forse più fragile ma sicuramente più affascinante di quanto non fosse in realtà.