Può capitare che a un certo punto della propria vita, si smetta di credere in se stessi e negli altri. Le persone finiscono di essere tali e diventano ombre o, nel caso di Anne Wallberg, vere e proprie essenze impalpabile, reali solamente per l’olfatto.
Anne è un “naso”, una creatrice di profumi di talento caduta in disgrazia e dimenticata da tutte le maison più importanti. La sua agente continua a procurarle nuovo contratti, ma minori e poco stimolanti. Così Anne finisce per chiudersi nel suo mondo fatto di odori e profumi. Sarà L’incontro con Guillame, autista di auto di lusso, a cambiarle la vita. Guillame, si è da poco separato e si arrabatta per ottenere dal giudice tutelare l’affitto condiviso della figlia Leà di dieci anni. Guillame, a differenza di Anne, non ha perso fiducia nel prossimo. Anzi, tutt’altro: il carattere aperto e l’ottimismo sorridente gli permetteranno di sopportare il carattere scontroso di Anne, quando la società per la quale lavora lo obbligherà a scarrozzarla in giro a caccia di profumi. Anne e Guillame sono così due solitari diversi che il destino finisce per fare incontrare e fare in modo che ognuno possa aprire un pezzo del proprio mondo all’altro.
“I profumi di Madame Walberg nasce da una situazione che tutti abbiamo vissuto - racconta il regista Gregory Magne -: ero circondato da una folla di persone e un profumo familiare ha catturato la mia attenzione. Il mio primo istinto è stato cercare la persona che lo indossava, guardando le persone intorno a me con questo particolare filtro. Mi è venuto da chiedermi come potesse essere la vita di una persona con il senso dell’olfatto sviluppato, rispetto a quello di una persona normale come questa abilità potesse influenzare le sue relazioni sociali, le sue emozioni o il suo carattere. Tutto questo mi ha portato alla creazione di un personaggio e di una sfida per la scrittura e la regia: catturare gli odori sullo schermo. È così che è nata Anne Walberg”.
È una bella commedia tenera, garbata e intelligente I profumi di Madame Walberg, opera seconda di Magne, dopo il docufilm sulla sua traversata in solitaria dell’Atlantico, sorretta da una scrittura spigliata e da due interpreti perfettamente in parte. Se Emmanuelle Devos (Sulle mie labbra) è brava a sciogliere un broncio amaro in uno sguardo morbido, Gregory Montel (Chiami il mio agente) conferma di essere uno degli attori più simpatici del cinema francese, con il suo fascino sempre elegantemente stazzonato. Due interpreti umanissimi per una perfetta commedia umana.