Che si chiami Sana o Hina, come la cronaca ci ha tristemente insegnato, oppure Nisha, come la protagonista del film, purtroppo la fine della storia è nota: ragazze vittime della violenza e delle tradizioni di una cultura capace di sacrificare l’amore di una figlia sull’altare dell’orgoglio.
“La storia di Cosa dirà la gente è la più personale alla quale abbia mai lavorato – ha raccontato la regista pakistana Iram Haq – A quattordici anni sono stata rapita dai miei genitori e costretta a vivere per un anno e mezzo in Pakistan. Ho aspettato di sentirmi pronta come regista e come persona per raccontare la vicenda in modo equilibrato. Il che significava cercare di raccontarla evitando di mostrare la protagonista solo come vittima e i genitori solo come oppressori. Volevo raccontare una storia d’amore impossibile tra due genitori e la loro figlia”.
La storia è quella di Nisha, sedici anni pakistana di origini, ma norvegese per cultura. La famiglia infatti da anni vive a Oslo dove gestisce con fortuna una piccola attività commerciale. Nisha, mezzana di tre figli, cerca di abitare le due realtà così diverse tra loro nel migliore dei modi: da un lato vive la vita di un’adolescente come tante, dall’altro quello della perfetta figlia di pakistani osservanti della cultura e della tradizione del proprio popolo. La ragazza si divide tra i due mondi, finché una sera il padre la scopre in camera con il proprio ragazzo norvegese, per di più: da quel momento la vita di Nisha non sarà più la stessa. La reazione della famiglia sarà quella di spedire la ragazza a casa di parenti in Pakistan per imparare la tradizione e tornare ad essere una donna nuova. Ma anche laggiù non sarà lo stesso facile. “Cosa dirà la gente è un’espressione molto nota ai pachistani e usata frequentemente nelle famiglie e negli ambienti in cui la tradizione e l’onore rappresentano valori importanti – racconta ancora la regista – Ed è proprio questa ossessione per l’opinione della gente l’elemento di cui voglio liberarmi, sradicandola una volta per sempre”.
Essere genitore non è mai semplice, così come essere figlio non è un gioco da dilettanti. Quando poi la recita viene rappresentata in un mondo tutto lacciuoli e catene il dramma è sempre dietro l’angolo. Iram Haq è brava a rappresentare le debolezze dei protagonisti, i conflitti interiori, le paure, i timori che ogni genitore ha per il proprio figlio e che in un contesto del genere vengono amplificati a dismisura. Ma soprattutto Haq è brava a tenere alta la tensione drammatica, regalando a Cosa dirà la gente momenti tesissimi interpretati magnificamente dalla giovane Maria Mozhdah, interprete di una Nisha caparbia, tenace e mai doma, e da Adil Hussain (Vita di Pi), il padre Mirza, vittima e ostaggio di una cultura e di tradizioni più grandi di lui.