Sulla carta e per quello che è stato mostrato con i trailer la pellicola di David Frankel aveva tutte le potenzialità per essere se non un capolavoro struggente, quanto meno un ottimo film drammatico di riflessione personale, tanto più che nel cast ci sono attori come Will Smith, Kate Winslet, Edward Norton e Keira Knightley (solo per citare i principali). Le alte aspettative di vedere un film emotivamente coinvolgente e dai profondi contenuti però svanisce e ci si trova di fronte ad una cocente delusione cinematografica che non riesce a fare breccia nel cuore e nella mente.
Protagonista è Will Smith nel ruolo di Howard, importante dirigente di un'agenzia pubblicitaria di New York, il quale dopo un terribile dramma personale perde completamente l'entusiasmo verso la vita e il proprio lavoro e ha come unica valvola di sfogo scrivere lettere agli immaginari personaggi del Tempo, Amore e Morte. Gli amici più stretti, nonché soci dell'agenzia, decidono di far incontrare fisicamente a Howard i destinatari delle sue epistole nella speranza di poter recuperare la voglia di vivere perduta e di riprendere ad affrontare con entusiasmo la vita di tutti i giorni. Le conversazioni con Il Tempo, L'amore e la Morte daranno origine a riflessioni umane profonde e intime in Howard che gli mostreranno così l'importanza della vita.
Sulla carta, appunto, sembra una storia fantastica la cui ispirazione dickensiana al Canto di Natale poteva essere un elemento particolare e vincente dell'opera stessa, purtroppo però per il film e l'ottimo cast riunito, il risultato va verso una direzione diametralmente opposta, sprofondando minuto dopo minuto in dialoghi e riflessioni alquanto banali a tratti anche stucchevoli. Se gli argomenti e il dramma trattati sono di per se elementi difficili da gestire, non aiuta sicuramente la recitazione di Will Smith decisamente troppo caricata e forzatamente drammatica, come se ad ogni sua battuta o pensiero bisognerebbe avere gli occhi lucidi dall'emozione.
Il film punta molto in alto per generare nello spettatore riflessioni filosofiche intime e la strada delle conversazioni tra il protagonista con i personaggi Tempo, Amore e Morte era un'ottima idea ma la sceneggiatura e i dialoghi hanno reso il tutto molto piatto e non si percepisce mai quella scintilla magica tra fantasia e realtà, elemento fondamentale e vincente dell'opera di Disckens. Se la recitazione di Will Smith non è in linea con il film, anche il resto del cast non splende di luce propria, confermando quanto poco salda ed efficace era la colonna vertebrale della pellicola, ovvero lo script di partenza. Questa mancanza di una solidità verbale si manifesta quindi in tutto lo svolgimento della storia e delle dinamiche, sempre un po' approssimative e poco incisive, fino a giungere ad un finale mieloso e prevedibile che ne conferma la poca potenzialità filosofica e riflessiva del film stesso.
Collateral Beauty è una cocente delusione di trattare argomenti umani introspettivi con un cast stellare.