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Wednesday, 22 November 2017 18:41

Assassinio sull'Orient Express, recensione: l'assassino è come sempre quello che non ti aspetti Featured

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Il 30 novembre arriva nelle sale italiane (anche in 70 millimetri) il remake di Assassinio sull'Orient Express firmato da Kenneth Branagh e con un cast stellare che va da Johnny Depp a Penelope Cruz. Ecco la recensione di Cinetvlandia.

Il romanzo originale di Agatha Christie venne scritto nel 1934 e dopo un enorme successo letterario fu portato al cinema nel 1974 da Sidney Lumet. Il film, pur non essendo una delle opere migliori del regista, grazie a un cast straordinario (Albert Finney nei panni di Poirot, Ingrid Bergman, Sean Connery, Lauren Baccal, Jacqueline Bisset, John Giegould, Michael York e Anthony Perkins) riuscì a vincere un Oscar con la Bergman, come miglior attrice non protagonista, e a ottenere ben cinque nomination.
La storia di Assassinio sull'Orient Express è quella del caso più anomalo al quale l’investigatore belga Poirot si trova suo malgrado a investigare: sul treno che da Istanbul porta a Calais, in Francia, viene ucciso un uomo con dodici pugnalate e i sospettati possono essere, per un motivo o per l’altro, tutti i componenti il vagone di prima classe dove si trova lo stesso investigatore. Un classico caso di omicidio nella stanza chiusa (benchè questa volta sia un vagone fermo su un ponte bloccato da una slavina) che però esplode nelle mani di Poirot diventando più un caso di coscienza, che un omicidio tra tanti.
Una storia nota, un mistero noto, proprio come il romanzo della giallista inglese che Kenneth Branagh ha voluto rispolverare quarant’anni dopo la prima versione cinematografica, proprio come si fa con i classici a teatro: tutti conoscono la storia, quelli che cambiano sono gli interpreti e la voce che la racconta. E qui Branagh, per non essere da meno del precedente, assembla un cast di tutto rispetto, assicurandosi prima di tutto la parte di Poirot, poi chiamando sul vagone Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judy Dench e la giovane Daisy Ridley dell’ultimo Star Wars. Come messa in scena preferisce quella classica e statica della rappresentazione teatrale, permettendo a ogni interprete il suo minutaggio e la sua dose di applausi. Nel mezzo un po’ di tecnologia (poca), qualche accelerazione nell’azione, giusto per risvegliare dal torpore lo spettatore e qualche bella ripresa morbida e aerea a giustificare l’uso dei 70 millimetri. Nel complesso Assassinio sull'Orient Express non aggiunge nulla né al romanzo né al cinema e finisce per essere un remake esteticamente elegante, ma abbastanza fine a se stesso. Un’operazione difficile da comprendere, anche commercialmente: poiché difficilmente apparirà accattivante alle giovani generazioni che Agatha Christie non l’hanno letta e quindi potrebbero essere sorpresi dall’eccentrico epilogo. E poco affascinante anche per gli amanti del giallo classico, perché Branagh (giustamente) preferisce puntare tutto sul tormento morale, più che sull’indagine vera e propria.

Read 1969 times Last modified on Wednesday, 29 November 2017 15:53

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