Per questo nuovo capitolo nel Sottomondo al timone non c'è più il celebre regista americano ma James Bobin, noto per aver diretto due film sui Mappet. Sono passati diversi anni dal film precedente, Alice è cresciuta ed è diventata un abile comandante di una nave, seguendo le orme del padre. Di ritorno da un viaggio contattata dal Brucaliffo perchè il mondo magico ha bisogno ancora del suo aiuto: infatti una strana malattia ha colpito il folle Cappellaio Matto che ha perso tutta la sua esuberanza e moltezza e l'ha fatto piombare nell'assoluta tristezza, dopo aver recuperato un oggetto del passato che lo collegava alla sua famiglia, ora scomparsa. Il compito di Alice sarà quello di viaggiare nel tempo per poter risistemare la storia passata del suo amico e farsi che l'oggetto in questione non generi pensieri negativi e nocivi per il Cappellaio Matto. Sarà una lotta, in tutti sensi, contro il tempo.
Il nuovo film su Alice è un time Travel di natura fantascientifica condito da atmosfere da fantasy in senso classico. Il viaggio nel tempo è l'occasione per conoscere tutto il background dei personaggi che popolano Sottomondo e scoprire le relazione/rivalità tra gli stessi che si sono generate nel tempo, a partire proprio dal Cappellaio Matto per poi allargarsi a macchia d'olio ai personaggi secondari, come le due regine. Si torna quindi anche a vedere parti del primo film, Alice in wonderland, per poi giungere nel finale ancora al presente.
Visivamente a tratti meraviglioso e molto personalizzato dal regista che si distacca dal visione di Tim Burton, soprattutto nella seconda parte e nei viaggi temporali attraverso i periodi "storici" rappresentandoli come un mare in tempesta, ha un forte tallone d'Achille nella mancanza di ritmo con scene che sembrano tanto simili, dove dialoghi effimeri e sfumature dei personaggi sono abbozzati per il solo proseguo della narrazione. Il viaggio nel tempo è ripetuto troppe volte, alla lunga l'effetto di stupore di cambiare il corso del tempo si affievolisce sempre più e allontana il coinvolgimento dello spettatore nella storia. Cardine di tutto è il doppio legame, letterale e metaforico, con il tempo che inesorabilmente cambia le persone, ma non vi è alcuna psicologia o approfondimento in tal senso ed è un peccato perchè l'occasione era perfetta per farne uno spunto di riflessione, anche lieve. Il proseguo dei minuti è scandito solo come un concetto fisico di lancette che si muovono e di eventi da cambiare, ma non come momento di cambio della propria identità e delle relazioni che ci circondano, indipendentemente se sia nel Sottomondo o nella realtà. La naturale conseguenza è una quasi omogenea bidimensionalità della storia che non rapisce come si avrebbe voluto e sperato. Gran peccato.