Cinema

Thursday, 02 February 2017 14:48

Mostra “Io, Robotto - Automi da compagnia” a Rovereto tra cinema, musica e letteratura

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Con una collezione di oltre 90 robot, la mostra “Io, Robotto - Automi da compagnia” a Rovereto presso il Palazzo Alberti Poja (dal 25 febbraio al 27 agosto 2017) propone un percorso inedito e originale fra la storia, le intenzioni, i personaggi del cinema e le curiosità della robotica da intrattenimento: fotogallery della mostra.

Nel tempo il robot, una delle invenzioni più promettenti dell’era moderna e dalle applicazioni infinite, ha cambiato funzioni, aspetto e identità, ha acquisito nuovi ruoli e valori didattico-sociali, dal sogno e dall’immaginazione è diventato realtà.

Immaginato dalla fantasia dell’uomo, il robot ha ispirato generazioni di scrittori, fumettisti, disegnatori e registi come simbolo di una tecnologia fantascientifica al confine con l’essere umano, fino a diventare, nell’epoca contemporanea, una macchina che imita l’uomo, una creatura con fattezze e gestualità che si ispirano a lui. Raggiunta la similitudine con l’uomo e la capacità di camminare il robot è pronto per il suo domani, con un’intelligenza condivisa e i sistemi di movimento molto più semplici ed efficaci delle nostre gambe.

La mostra “Io, Robotto” è nata dalla collaborazione tra il giornalista Massimo Triulzi, esperto di tecnologia e appassionato di robotica, e Franco Finotti, Direttore della Fondazione Museo Civico di Rovereto. E si tiene, dunque, per ben sei mesi a Rovereto nello splendido Palazzo Alberti Poja, sede espositiva della Fondazione MCR, con la curatela di Massimo Triulzi, la direzione artistica e la fotografica dell’artista milanese Valentino Candiani.

La rassegna svela e racconta non solo l’essenza del robot come compagno della persona in una delle dimensioni principali della vita, lo svago e l’intrattenimento, ma anche la complessa e articolata evoluzione in cui il robot è inteso ora come semplice giocattolo meccanico ora come reale traguardo tecnologico ora come strumento domestico. In questa versatilità, tuttavia, sfugge a rigide classificazioni; impossibile catalogarlo proprio per la sua natura complessa frutto di ricerca, innovazione, tecnologia e creatività.

Per meglio comprenderne il percorso è bene sottolineare che a dispetto delle prime apparenze di natura scientifica, la mostra "Io, Robotto" trova la sua ideale appartenenza alla sfera umanistica.

La mostra è un percorso attraverso una collezione di oltre 90 robot che in qualche tempo e luogo sono stati davvero commercializzati e venduti, aspirando a diventare parte dell’immaginario collettivo.

L’allestimento della mostra è realizzato per guidare i visitatori all’interno di una vera e propria storia della robotica di intrattenimento attraverso supporti multimediali e interattivi che presentano approfondimenti tematici per contestualizzare il robot nei diversi scenari culturali di cui è protagonista, dal cinema alla letteratura alla musica, e valorizzare le caratteristiche proprie di ogni esemplare esposto. sarà l'occasione per vedere da vicino gli iconici personaggi robot della saga Star Wars, R2D2, C3PO e BB-8 nelle varie versioni, programmabili, telecomandati e interattivi. Inoltre, esposti ci sono anche Wall-E della Disney Pixar in versione telecomandato e programmabile. Sono presenti anche robot provenienti dal mondo dell'Anime nipponica come il Grande Mazinga e Goldrake tratti dai cartoni animati degli anni 80 oppure il famoso Gatto Doraemon, proprio di recente tornato al cinema con un film d'animazione a lui dedicato.

Emblema della cultura giapponese, universalmente riconosciuto, ogni robot ha, infatti, una propria storia che permette di legare un lontano passato al futuro prossimo, come Karakuri Tea Serving Robot, un automa con meccanismo a molla pensato per trasportare una tazza di tè sino al commensale prescelto e ritornare in cucina quando la tazza è stata sollevata dal suo vassoio. È una marionetta meccanica (“karakuri” in giapponese) realizzata da Gakken nel 2008 che riproduce fedelmente, con tanto di vestito con vero kimono di seta, uno dei più famosi automi risalenti al periodo Edo giapponese (1603-1868).

Fra i modelli esposti degni di nota ci sono il primo vero robot da intrattenimento domestico, l’Aibo ERS 111 (acronimo di Artificial Intelligence roBOt) di Sony, disegnato dal maestro Hajime Sorayama e commercializzato tra il 1999 e il 2000 con un successo straordinario, tanto che i primi 3.000 pezzi destinati al solo mercato giapponese si esaurirono in 17 secondi, e Robocco Pouring Beer Robot creato nel 2000 da Asahi, una delle più grandi aziende giapponesi produttrici di birra e bibite. Robocco è l’unico automa in grado di fungere da frigorifero, aprire una lattina di birra e versarla lentamente in un ampio e fresco boccale da servire su richiesta.

Gli amanti della musica troveranno la Little Jammers Pro, un sistema di riproduzione sonora a 6.1 canali strutturato come un’orchestra di piccoli e perfetti automi meccanici, che riproduce una vasta biblioteca di brani jazz memorizzata su cartucce dedicate. È stato realizzato nel 2001 grazie alla sinergia tra la competenza ludica di Bandai e l’esperienza musicale di Kenwood.

Ma la storia della robotica è segnata anche da importanti progressi a fini didattici e sociali. Lo dimostrano Pino di ZMP (2001), una macchina che aspira a diventare uomo ispirata a Pinocchio di Collodi, di cui è esposta una versione realizzata da Tsukuda Hobby, e My Keepon di BeatBoats (2011), la versione commerciale del buffo autonoma a forma di pallina gialla con due piccoli occhi, realizzato dal dottor Hideki Kozima per studiare lo sviluppo sociale nei bambini autistici e diventato famoso in tutto il mondo grazie a un video di You Tube visto da più di 3,5 milioni di volte.

Infine, fra i modelli più recenti c’è Nao, attualmente il più complesso e sofisticato androide acquistabile sul mercato. Sviluppato nel 2012 in differenti versioni da Aldebaran Robotics, costola della Università di Parigi, Nao può riconoscere gesti e volti, è dotato di intelligenza artificiale autonoma (Nao Life) e programmabile in differenti linguaggi, e di software per il riconoscimento vocale progettato da Nuance; ha inoltre 4 microfoni che gli permettono di localizzare i suoni con precisione, videocamere che consentono di registrare in HD e mani prensili, sensori di pressione sotto ai piedi, 25 gradi di libertà di movimento.

Un calendario fitto di appuntamenti accompagnerà la mostra: dai laboratori didattici per le scuole alle demo di robotica per il pubblico, dalla presentazione di libri agli incontri a tema.

La Fondazione Museo Civico di Rovereto si occupa da anni dell'insegnamento della robotica educativa nelle scuole di ogni ordine e grado, con l’attivazione di laboratori e percorsi personalizzati. Si occupa inoltre di corsi di formazione sulla robotica per insegnanti. Oltre alle visite guidate alla mostra, la Sezione Didattica della Fondazione MCR propone alle scuole laboratori con livelli diversi di approfondimento: dalle attività di avvicinamento alla robotica con Bee Bot a laboratori sulla meccanica o sulla programmazione robotica con materiale LEGO Mindstorms all’introduzione al mondo di Arduino.

“La robotica è un gioco da ragazzi!”: ogni sabato pomeriggio sarà possibile partecipare, su prenotazione, alle attività guidate di avvicinamento alla robotica per ragazzi, calendarizzate in base all'età e al livello, presso il LEGO® Education Innovation Studio della Fondazione MCR.

Ogni seconda e quarta domenica del mese i visitatori avranno la possibilità di partecipare a una visita guidata alla mostra, seguita da un laboratorio di robotica oppure da una demo che permetterà di vedere in movimento i robot della mostra. Queste attività sono comprese nel costo del biglietto d'ingresso al museo.

Durante i mesi di apertura della mostra verranno proposte presentazioni di libri a tema, conferenze con studiosi esperti del settore e la partecipazione a manifestazioni di ampio respiro come Educa, KidPass Days e la finale nazionale della FIRST LEGO League Italia. 

Ecco qui sotto una fotogallery della mostra. 

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