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Ormai e' chiaro, dopo Bastardi senza gloria e World war z, la star di Hollywood ha deciso d'intraprendere una nuova carriera, specializzandosi nei film di guerra. Non poteva esserci scelta più azzeccata per il marito di Angelina Jolie per confermare tutto il suo talento e bravura, dopo aver passato una prima parte di carriera a cimentarsi in drammi, commedie e grossi blockbuster. Con la sua interpretazione, Brad Pitt trasforma un semplice e neanche particolarmente originale film di guerra, in una pellicola che affascina e convince. La trama si sviluppa sulla falsa riga di Salvate il soldato Ryan, ma in Fury non c'è nessuno da recuperare ma bensì un crocevia da difende e da non far cadere nelle mani dei nazisti.
Tolto ogni orpello di retorico e spirito americano patriottico, Pitt interpreta un cinico e disilluso generale di una squadra dell'esercito americano venuto in territorio tedesco, come i suoi compatrioti, ad uccidere i Nazisti e liberare l'Europa. Con forte senso paterno - il personaggio si chiama Wardaddy - ma molto brusco e diretto nei modi, guida il suo team in un'impresa a dir poco disperata, ben coscio del fatto, ma senza alcun tentennamento benché' il destino possa essere nefasto. Con una performance attoriale di grande spessore, Pitt trasforma semplici militari in veri uomini, fedeli, leali e sempre pronti a seguirlo. Più' che un team, si può dire che la squadra è una specie di famiglia dove Brad Pitt è il pater familias. Attraversano la Germania, in lungo ed in largo, cercano di scovare i Nazisti e ucciderli (perché' altrimenti succederebbe il contrario) a bordo della loro casa cingolata, ovvero on the road su un carro armato. E' proprio questo l'altro elemento vincente di Fury, già' un carro armato che in tutto e per tutto e' un "personaggio" del film. Non e' solo un mezzo di trasporto e di presenza scenica, ma e' il "guscio di una chiocciola" tanto rude quando affascinante, dove Pitt e compagni vivono e respirano, senza abbandonarla mai neanche quando ad attenderli ci sono oltre trecento tedeschi armati fino ai denti.
Nel complesso il film di David Ayer che ne firma anche la sceneggiatura, è una buona pellicola di guerra che non aggiunge niente di nuovo al panorama cinematografico della Seconda guerra mondiale ma che trova in Brad Pitt e il cingolato di ferro due armi per bucare lo schermo e farsi vedere con gusto. Benché presenti, le scene di guerra e gli assedi non sono spettacolari e colossali nella gestione di comparse e di effetti speciali, ma si preferisci puntare l'attenzione sul ristretto e sul realismo dei personaggi,le loro paure e sentimenti, e in questo per determinazione e vigore Brad Pitt è un capitano di guerra da ricordare.