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Parlare in maniera lucida e razionale di questi tempi sui temi che propone il sottotitolo del film è cosa assai dura e molto rischiosa perché si ha la grossa probabilità di cadere nella banalità più spiccia e dozzinale. Non è quello che succedere nel documentario Animeland, opera cinematografica frutto di anni di ricerca (come dichiarato dallo stesso regista nell'intervista fatta da cinetvlandia) che con incredibile equilibrio affronta i tre temi sopra indicati. il documentario diviso in tre macro aree/parti tematiche si affida esclusivamente alle testimonianze oculate di personaggi noti del cinema e della televisione al fine non solo di riportarne la testimonianza ma di costruirne la cronistoria del fenomeno culturale che ha cambiato la vita delle ultime due generazioni italiane dagli inizi degli anni'70 fino ad oggi. Tra i tantissimi interventi che ritornano ciclicamente nel documentario, da annoverare per partecipazione emotiva e competenza sugli argomenti Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Caparezza, il regista Maurizio Nichetti, Giorgio Maria Daviddi del Trio Medusa e Vincenzo Mollica.
Ognuno di loro esprime giudizi fondati ed esperienze personali su argomenti come l'anime, i manga e il fenomeno sociale e culturale dei cosplay, tracciando così un percorso storico sull'asse geografica Italia Giappone. Oltre a notare un certo coinvolgimento emotivo, più di tutti lo è Paola Cortellesi con gli occhi lucidi e pieni di felicità nel parlarne, il documentario focalizza con massima lucidità i passaggi chiave che hanno reso popolare i tre argomenti con il maestro Miyazaki, non a caso ribattezzato il Dio dell'Anime, a fare da principale traghettatore e fonte di citazioni, tanto colte quanto raffinate e semplici. Il film, tra i suoi tanti momenti interessanti, si fa apprezzare per la stoccata delicata e pungente rivolta alla generazione adulta di quei tempi che non capì l'ampia portata dei cartoni animati giapponesi e dimostrò tanta ignoranza culturale e arretratezza mentale. Una rivincita per chi allora era adolescente o bambino e naufragava dolcemente in quel mare d'anime con assoluto trasporto ed interesse.
Se al termine della visione vi capiterà d'emozionarvi e far scendere una lacrima sappiate che è "normale", come direbbe Gandalf al termine del suo viaggio nella Terra di Mezzo "non vi dirò non piangete, perché non tutte le lacrime sono un male".
Animeland è un documentario culturalmente interessante ed educativo, alla riscoperta di un tempo passato presente e futuro.